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Settima giornata: Le emozioni

L’ultimo anno della nostra vita sembra essere la trama di un film di fantascienza.

Quando ripenseremo al covid ricorderemo le mascherine, il distanziamento e la dad, è vero. Ma ciò che resterà più indelebile su noi ragazzi saranno le emozioni che abbiamo vissuto in questi mesi.

Di seguito un testo, una fotografia e un audio per raccontare i nostri sentimenti.

 

Il buio e la luce della candelina

Racconto breve delle intense emozioni e delle difficoltà che una giovane studentessa ha dovuto affrontare per un lungo anno.


Molto spesso mi chiedono come sto e se la situazione è cambiata molto con il lockdown e io rispondo semplicemente che sto bene e che la situazione, nonostante sia cambiata, non è insostenibile. Mento, non riguardo alla situazione ma riguardo al mio stare bene. Non sto bene e non è facile spiegare come mi sento. A volte le persone preferiscono sentirsi dire un “sto bene” palesemente finto piuttosto che sapere veramente come sta quella persona, a volte non si è in grado di spiegare a parole come ci si sente, altre volte le parole risulterebbero troppo “leggere” per esprimere il tornado che si ha dentro, altre volte invece si ha semplicemente paura, paura di lasciar entrare le persone nella propria mente e nel proprio cuore poiché si teme che queste non comprendano o siano sconvolte dal caos che hai dentro. E per questo tutto resta dentro di te e non parli.

Purtroppo non sono mai stata una ragazza con molte amiche ma quelle 4 o 5 che avevo mi capivano abbastanza bene. Appena arrivavo in classe vedevano come ero vestita, mi guardavano negli occhi, guardavano la mia bocca e capivano se stavo bene o se c’era qualcosa che non andava. Tutto questo è svanito completamente nel momento del primo lockdown. Il computer era come un muro trasparente: loro mi vedevano, tutti mi vedevano ma non mi capivano, portavo una maschera, una di quelle maschere che sarebbe crollata facilmente faccia a faccia ma non di fronte ad uno schermo.

La maschera è rimasta salda per 3 mesi e mezzo e ben poche volte qualcuno ha capito che ne stavo indossando una. Sorridevo, ero partecipe, ma dentro era tutto vuoto, l’unico momento in cui non mi sentivo un peso addosso era quando andavo a dormire (se riuscivo a dormire). Ho iniziato ad avere più tempo per pensare, ma i pensieri che mi passavano per la testa non facevano altro che peggiorare giorno dopo giorno. Mi sentivo inadeguata, vuota, incapace in qualsiasi cosa ed uscivo dalla mia camera solo per andare in bagno e mangiare.

Le poche amicizie che avevo prima del lockdown si erano piano piano affievolite dato che non era possibile incontrarsi nemmeno a scuola e perciò non avevo nessuno, o almeno era così che la vedevo io. In quella situazione era tutto buio non vedevo luce in nulla, solo negatività e tristezza. I miei genitori dopo un po’ hanno capito che c’era qualcosa che non andava e hanno subito tentato di aiutarmi facendo del loro meglio, i professori hanno capito qualcosa e hanno provato ad aiutarmi ma dipendeva da me e io non ce la facevo più.

Poi è finita la scuola ed è arrivata l’estate e la situazione anche in quei tre mesi non è migliorata affatto anzi, finita la scuola, sono finita per essere ancora più sola senza neanche un contatto attraverso il computer. Sono rimasta chiusa in casa per quasi tre mesi, non volevo e non riuscivo a vedere nessuno. Già prima del lockdown non ero particolarmente estroversa, lo ammetto, ma dopo il confinamento la mia situazione si è acutizzata e non avevo né il coraggio né la forza di uscire. Whatsapp è diventato quasi inutile, nessuno mi scriveva, Instagram era inutile quanto l'altro social, anzi, mi faceva soffrire di più perchè vedevo che tutte le persone uscivano e si divertivano con i loro amici mentre io ero sola in casa tutto il giorno e quindi stavo ancora più male. Credo che l’unica cosa che mi ha tenuta un minimo in piedi sia stato il cagnolino che i miei genitori mi hanno regalato.

A settembre siamo tornati a scuola, ero felice perchè sarei tornata alla normalità ma mi stavo solo illudendo. Ritornata in classe, non essendo più abituata ad essere circondata da tante persone, mi sentivo molto a disagio e l'ansia, che già prima era molta, è aumentata a dismisura. Da settembre ad ora sono passati diversi mesi che sono stati segnati principalmente dall'incertezza che ha reso impossibile qualsiasi pianificazione per il prossimo futuro ma nonostante ciò, anche se il lockdown ha lasciato molti strascichi che mi porterò ancora per molto tempo, la vita va comunque avanti, le difficoltà e i brutti momenti si affrontano e si oltrepassano. Credo che la strategia per stare bene nonostante le difficoltà e le incertezze date da questa situazione sia trovare tante piccole cose che ti facciano sorridere come lo sport e la musica lo sono state per me perché, quando sei circondata dal buio da molto tempo, anche solo la piccola luce di una candelina può darti la forza di rialzarsi e lottare per ritrovare la serenità e la felicità.


 

Essere chiusi in trappola in una foto?


Foto scattata da me nell’inverno 2020 a una mia ex compagna di classe. Questo lungo periodo di pandemia mi ha chiuso in una trappola impedendomi di avere contatti umani e di potermi sfogare con le persone a me più care.

 

L'ansia che ti controlla

Una ragazza si ritrova a convivere con l'ansia e il panico di una giornata in didattica a distanza, chiusa nella sua stanza, chiusa tra le sue paranoie.



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